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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663218
Dossi, Carlo 13 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

Come il malèssere avèa guidato all'unione, addusse l'unione al benèssere. E tanto più di concordia era necessità, che, in sulle prime, nell'assoluta

La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

Tu mi ami? - egli fece con uno scoppio di gioja, balzando ver' la fanciulla, che già al suolo piegava, e rialzàndosela al petto. E le due ànime

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E, la pròssima aurora, il Nebbioso ripigliava il cammino che movèa al villaggio. Fu detto già, ei vi scendeva di quando in quando, dalla fame

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E la pace fu, e, in gran parte, si dovette al Beccajo. Caso nuovo! quel Gualdo, cui, nell'offesa, mal soccorreva, per la tardità della idèa e la

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, non tanto le dèboli voci della coscienza morale, quanto le fìsiche necessità, avèsseli spinti al bene comune, cioè alla giustizia, e come - dal non

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ecco, due femminili forme venire correndo verso di loro, svolazzanti le gonne, seguìte da un grosso cane al galoppo. Era Tecla, la prima. - Gualdo

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, giòvane d'anni e di grado, offrì la mano al secondo dal molto oro al berretto e dal molto argento al crine. I deportati rimanèvano immoti. La loro ànima

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. Aronne il Letterato allibì. Saettando al Cipolla un'occhiata, che comandava pazienza: pace - disse - Beccajo! ... La tua parte è tua. Non c'è nessuno

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nidiata, dove l'auretta, una carezza profumata di viole. Gualdo vi lavorava cantando: Tecla sedèa alla porta del casolare, e la bimba, appesa al suo

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scienza, non hanno se non nuovi conforti alla poesìa, frèmiti e onde, i quali, in chi naque inaccessìbile al sentimento, non sveglierànnosi mai, nè per

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terra. - Non mormorìi, non applàusi. Ma Aronne avèa dato una voce al sentimento comune, sempre in cerca di forma, e però tutti tacitamente, approvando a

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Finchè le scialuppe non giùnsero al bastimento, finchè il bastimento non le raccolse e confuse nella sua mole, stèttero i relegati, silenziosi ed

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circostante: tutto era gaudio per lei, perchè godeva al didentro. E così, pie' innanzi piede, arrendèndosi sempre ai nuovìssimi inviti, che d'ogni parte le

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